“Il demone sullo scoglio” è un mio racconto pubblicato da Letteraturahorror.it nel volume Orrore al Sole 2021. Voglio parlartene perché ci sono particolarmente legato e perché costituisce un mio tentativo – spero riuscito – di omaggiare la tematica del lutto in Poe, della quale abbiamo parlato in questo articolo.
Parto subito con rivelarti un segreto: questo è stato, forse, il primissimo racconto serio che abbia mai scritto; pensa, risale addirittura alla quarta Liceo. Se ci penso adesso mi vengono i brividi perché sono quasi passati dieci – dieci! – anni.
Come è nato?
Beh, anche allora l’idea era quella di omaggiare un certo tipo di racconti di Poe: mi riferisco a quelle poesie in prosa che sono due capolavori come “Ombra: una parabola” e “Silenzio: una favola”. Non a caso, se ci pensi, il titolo originale che avevo dato a questo mio modesto sforzo era “Il demone sullo scoglio: una visione”.
Tra “parabola”, “favola” e “visione” abbiamo il pacchetto completo, non trovi? Se aggiungiamo il fatto stesso che esista un’entità e che questa parli al protagonista, la citazione alle due opere è pressoché completa.
Torniamo a noi. A prescindere dal titolo improponibile – era praticamente più lungo quello che il racconto in sé – possiamo subito capire quale fosse il tenore delle parole che avevo scritto sul mio PC di allora, una macchina vetusta alla quale poco dopo ho fatto fare un viaggio di sola andata al paradiso dei computer.
“Il demone sullo scoglio” era ed è un racconto di ambientazione. La trama era – ed è – praticamente inesistente: mi ero innamorato di quei due racconti di E. A. Poe, che anche essi di invenzioni formidabili di trama hanno ben poco, e avevo deciso esservi fedele in tutto e per tutto.
Solo recentissimamente ho aggiornato quanto il me stesso liceale aveva buttato giù qualche – si fa per dire – anno addietro proprio mentre immaginavo le linee essenziali dell’articolo su Poe e la perdita dell’amata.
Così mi sono detto: perché no? Se sempre di un omaggio a Poe si tratta, non vedo perché non continuare con le citazioni.
Ovviamente, Lenore
E così, magicamente, il me nel racconto si ritrova senza un perché a parlare con un non meglio identificato demone seduto su di uno scoglio, dopo aver passato la giornata a smaltire una sbornia e una cocente delusione amorosa.
Indovina un po’ come ho chiamato la mia amorosa controparte? Non Liegia, non Morella, non Annabel ma Eleonora.
Non è, come sappiamo, Lenore l’archetipo ideale della amata vinta dalla malattia e dalla morte?
Sì, Eleonora, perché dell’opera originale ho mantenuto una ben precisa circostanza: la profezia che il demone mi confida riguardo a una nave – originariamente carica “di persone che avevo amato” – appena salpata. Ho fatto due più due, considerando che questa nave sarebbe dovuta partire verso le Americhe e che ho sempre visto nella mia testa questo racconto ambientato agli inizi del ‘900, epoca delle emigrazioni di massa: Eleonora doveva essere su quella nave.
E cosa mi dice di così sconvolgente questo demone? Neanche a dirlo:
“Mai più. Non attraccherà mai più.”
Temi e tecniche
Ok, poche storie, adottiamo un attimo i criteri di Parole e Paura e diamo un’occhiatina a cosa ci riserva questa storia.
Il demone sullo scoglio parla essenzialmente di una cosa: la morte.
Cosa si prova a morire? Come si può provare un senso di oppressione esistenziale persino davanti a un tramonto? E tieni presente che io adoro i tramonti.
Ho provato a rendere l’idea con gli opportuni riferimenti all’ambientazione, prima di tutto. C’è il mare, ovviamente, elemento a me caro perché come ben sai vivo a Genova – Innsmouth, ehm, ehm! – e lo vedo praticamente ogni giorno.
Poi però ci sono anche una serie di elementi che contribuiscono – o che sperano di riuscirci – a creare le premesse a quella che sarà la rivelazione del demone.
Il sole è un “gigante morente”, le stelle sono appollaiate in cielo come dei corvi e, quando il sole alla fine tramonta – muore –, il crepuscolo non è altro che il suo sudario. Ci ammanta di oscurità.
Ancora, poco più avanti, le luci della città che iniziano ad accendersi per far fronte alla tenebra sono come “lumini durante una processione funebre”.
Ebbene, cosa si prova a morire? Secondo il me stesso narratore nulla di diverso che ritrovarsi immerso nelle gelide acque marine. Non a caso il demone mi ha rivelato quella profezia il cui significato è ben intuibile: non è proprio così che morirà Eleonora?
Ma il discorso si amplia, perché il mio sadico amico ha ancora molto da dirmi: noi umani non moriamo tutti così? Non è forse vero che abbiamo paura della morte per un motivo specifico?
“La morte che voi tutti schifate come un lebbroso e che bussa alla vostra porta proprio quando meno ve lo aspettate, quella sì che l’affrontate da soli: è la vostra morte.”
"Il demone sullo scoglio" e l'esistenzialismo
Il concetto è proprio questo: possiamo illuderci di morire assieme ai nostri cari – o assieme a tutte le altre persone della nave sulla quale Eleonora sta viaggiando verso il suo destino – ma non è così. Esattamente come in un abisso profondo e umido non possono esistere suoni o luci, anche nell’abisso della morte le cose non cambiano.
Quale sarà allora il destino della mia Eleonora? Che domanda stupida, quel beffardo demone non me l’aveva già rivelato? Che tu ti chiami Eleonora o in un altro modo, la destinazione finale è una sola, il
“[…] più nero, buio e desolante silenzio.”
Ma allora che senso c’è a vivere? Nessuno.
Almeno, il mio etereo amico non può fornirmelo, anzi, sembra che provi gusto del mio sgomento esattamente come un bambino terribile si diverte a bruciare le formiche con la lente d’ingrandimento in giardino. Non è naturale? Lui non è umano, per lui i nostri problemi non esistono: è antico come il mondo e certamente sopravvivrà all’umanità.
Capisce solo il silenzio e la solitudine che, per lui, sono l’unica verità.
Ma noi non possiamo capire i suoi discorsi, e il demone lo sa bene, perché dalla sua prospettiva siamo solo un baluginio in un’eternità nera e silenziosa nella quale l’unico suono, prima che sopraggiunga la fine, sarà solo quello dell’immensa rotazione di un gigantesca roccia deserta che una volta noi umani chiamavamo terra.
Una segnalazione
Se vorrai dare una sbirciata a “Il demone sullo scoglio” sarò il primo ad esserne contento, ma non perché ci guadagni qualcosa: tieni presente che a me non entrerà in tasca un centesimo. Tutti i proventi, infatti, serviranno per permettere a Letteraturahorror.it di fare in modo che qualsiasi autore possa continuare a cimentarsi in tanti diversi concorsi e cominciare – o continuare – a farsi le ossa. Credo che questa sia davvero una bella realtà e una buona opportunità per tutti gli appassionati.
Quindi, qualora ti facesse piacere leggere il mio racconto, rivolgi un pensiero a Orrore al Sole 2021 di Letteraturahorror.it!
Sempre di Letteraturahorror.it è uscito un nuovissimo volume: Halloween all’italiana 2021. Anche se io non ho partecipato a questo concorso ti consiglio il suo risultato finale: una raccolta che contiene il meglio della produzione a tema Ognissanti che sia stata prodotta ultimamente dagli autori – esordienti e non – del nostro Bel Paese.
L’ideale per passare la sera del 31 Ottobre, non ti pare?
Trovi il link per Orrore al Sole 2021 qui. Cliccando qui, invece, il link per Halloween all’italiana 2021.
Noi ci vediamo al prossimo articolo. A presto e passa un buon Halloween!